“Chuci”(canti di Chu) è uno stile poetico basato sulle canzoni popolari dell'antico regno di Chu, con contenuti mitologici ed uso rituale, caratterizzata da emozioni sfrenate, meraviglie romantiche e un mondo poetico unico. In seguito, il termine Chuci ha acquisito due significati: uno si riferisce allo stile poetico (a volte detto anche “Saoti”, poesia nello stile “Lisao”), l'altro è il nome di una famosa raccolta di poesie. Alla fine della dinastia Han occidentale, Liu Xiang compilò una raccolta di 25 opere di Qu Yuan (340-278 a.C.), tra cui Lisao “Incontro al dolore”, Jiuge “Nove Canti”, Tianwen “Le Domande Celesti”, Jiuzhang “Nove Dichiarazioni”, Yuanyou “Il Viaggio Lontano”, Buju “Divinazione”, Yufu ”Il Pescatore“, ecc., insieme a 16 opere di altri autori (fra cui Song Yu, Jia Yi, Yan Ji, Dongfang Shuo, Wang Bao, Liu Xiang) e lo chiamò ”Canti di Chu“.
“Nove Canti – Lo spirito della montagna” di Qu Yuan (tratta da "Il regno incantato della poesia cinese" pag. 91)
Se ti sembra di intravedere qualcuno lassù, nella curva della montagna,
quella sono io
Avvolta d’edera e di licheni barba di bosco
Sguardo dolce e sorriso gioioso
Tu ammiri la mia grazia e delicata bellezza
Cavalco una pantera purpurea, con un seguito di gatti leopardo
E un carro di legno di magnolia con stendardi d’alloro
Indosso un vestito d’orchidee, fiori di zenzero mi cingono la vita
Raccolgo fiori fragranti per donarli al mio amato
Io abito in una profonda foresta di bambù, così fitta che non si vede il cielo
Il sentiero è arduo e difficile, in ritardo arrivo, ma non c’è nessuno
Solitaria mi ergo sulla cima della montagna
Le nuvole fluttuano e si addensano sotto di me
Il giorno si fa scuro come la notte
Il vento dell'est turbina, ecco cadere la divina pioggia
Io, una dea, mi sono trattenuta qui per amore
scordando di tornare nel regno celeste
Gli anni passano, chi resterà sempre bella come un fiore?
Sul monte raccolgo il magico fungo della giovinezza
Salendo tra cumuli di massi e intricate liane di kudzu
Rammaricata per il mancato appuntamento,
avvilita per non essere ancora tornata nel regno dei cieli
Tu mi pensi, ma non hai mai tempo
Noi, abitanti delle montagne, siamo come profumati e immacolati fiori di pollia
Beviamo da pure sorgenti rocciose, all’ombra di pini e cipressi
Tu mi pensi? Il dubbio s’insinua nel cuore
Il tuono rimbomba, cupa la pioggia cade
Le scimmie piangono e gridano tutta la notte
Ulula il vento, alberi desolati perdono le foglie
Penso al giovane signore, cresce l’inutile tristezza
“Spirito della montagna” è uno dei “Nove canti” scritti da Qu Yuan (340-278 a.C.), un poeta del regno di Chu, durante il periodo degli Stati Combattenti, ed è un inno sacrificale recitato dagli sciamani in onore dello spirito della montagna.
L'intera poesia si caratterizza per uno stile elegante e ricco di romanticismo. Il poeta descrive il mondo interiore dello spirito della montagna in modo complesso e variegato, con emozioni sincere e commoventi, utilizzando un tono delicato e vivace.
Nel 278 a.C., l'esercito di Qin distrusse Yingdu, la capitale del regno di Chu. Qu Yuan non riuscì a trattenere la sua tristezza interiore e scrisse “Abbracciando la sabbia”, una delle "Nove dichiarazioni”, di una rassegnazione assoluta, per poi gettarsi nel fiume Miluo e offrirsi in sacrificio per il suo Paese. Lo spirito patriottico e la poesia toccante di Qu Yuan hanno spinto le generazioni successive a commemorarlo il quinto giorno del quinto mese del calendario lunare.
È una delle antiche feste tradizionali della Cina, la “Festa delle barche drago” o la “Festa di Duan Yang”. A causa delle diverse usanze festive nelle varie regioni, questa festività ha anche molti altri nomi, come “Festa del quinto mese”, “Festa dei poeti”, “Giorno del drago” e così via. Fino ad oggi, la “Festa delle barche drago” rimane una delle feste più popolari in Cina.