Le poesie cinesi classiche della dinastia Song, con il loro stile artistico unico e il loro profondo contenuto culturale, occupano un posto importante nella storia della letteratura cinese. La poesia cinese “Ci”, fiorita nella dinastia Song, è una forma di letteratura musicale, una poesia lirica con versi di lunghezza variabile, cantata con accompagnamento musicale. Le poesie della dinastia Song sono generalmente suddivise in due scuole di stile lirico: la scuola audace e la scuola delicata. Su Shi e Xin Qiji sono rappresentanti della scuola audace, mentre Liu Yong e Li Qingzhao sono rappresentanti della scuola delicata.
“Il richiamo della gru” di Lin Bu (tratta da "Il regno incantato della poesia cinese" pag. 331)
Il richiamo della gru, così divino, lo conosco da tempo
La sua voce rotonda si estende solitaria nel cuore della notte
Un solo grido acuto che ti fa sussultare, l’intero cielo pare lacerare
E non hai più l’umore di svagarti con la testa fra le nuvole
Lin Bu (967-1028), noto anche come Lin Hejing o Lin Jing, fu un poeta eremita della dinastia Song del Nord.Questa poesia è straordinaria per la sua capacità di esprimere sentimenti e immagini con semplicità e precisione. Si dice che Lin Bu portò due gru dalla sua terra natale, che spesso volavano nel cielo, girando tra i paesaggi del Lago dell’Ovest. Queste gru, intelligenti e sensibili, sapevano persino fare la spesa e portare messaggi. Lin Bu le amava come tesori preziosi. Si narra che, dopo la morte di Lin Bu, le due gru si lasciarono morire piangendo davanti alla sua tomba.
“Scritto sul muro del Tempio di Xilin” di Su Shi (tratta da "Il regno incantato della poesia cinese" pag. 339)
Guardando di fronte, si vedono creste; di lato, si ergono picchi
Più lontano o più vicino, in alto o in basso, ogni prospettiva è diversa
Non riesco a distinguere il vero volto del Monte Lu
Semplicemente perché mi trovo proprio in mezzo ad esso
Questa poesia di Su Shi (1037-1101), è caratterizzata da una concezione innovativa e ingegnosa, con un'atmosfera sottile e eterea, e un significato profondo, legato alla filosofia Zen.
“La primavera è passata” di Li Qingzhao (tratta da "Il regno incantato della poesia cinese" pag. 355)
Il vento si è fermato, i fiori son tutti caduti,
giace nella polvere la loro fragranza
É già sera, oggi non ho voglia di pettinarmi
Le cose sono rimaste le stesse, ma le persone no, ora tutto è finito
Vorrei parlare, ma le lacrime scorrono prima delle parole
Ho sentito dire che la primavera ai Due Ruscelli è ancora bella
Mi piacerebbe andare a fare un giro in barchetta
Ma temo che la piccola barca
Non possa portare il peso della mia grande tristezza
Li Qingzhao (1084 - 1155), la più eminente poetessa della dinastia Song settentrionale, è anche considerata la donna di maggior successo nella storia della letteratura cinese. Negli ultimi anni della sua vita, Li Qingzhao visse a Jinhua. In quel periodo, i soldati Jin invasero la zona; suo marito era già morto, e lei si trovava in una situazione miserabile, con un dolore immenso nel cuore. Anche i preziosi manufatti della sua famiglia erano esauriti, e lei viveva come una rifugiata, attraversando molte difficoltà. Questa poesia utilizza il paesaggio della tarda primavera per descrivere l'angoscia e la tristezza più profonde. La bellezza malinconica, espressa in modo esaustivo ma dai significati infiniti, non può che suscitare compassione nel cuore del lettore.
“Un altro elogio di me stesso” di Yang Wanli (tratta da "Il regno incantato della poesia cinese" pag. 365)
Il vento e il fiume mi chiedono di cantare
La luna tra le montagne mi invita a bere
Ebbro, casco accanto ai petali sparsi al suolo
Il cielo è la mia coperta, la terra il mio cuscino
Yang Wanli (1127-1206), è considerato uno dei “Quattro grandi poeti della rinascita” della dinastia Song meridionale. La vita più poetica non è altro che essere aperti e spensierati, adattarsi alle circostanze e trovare gioia in esse.